Denuncia e proposte del coordinamento unitario dei sindacati inquilini
Comunicato stampa - 21 Ottobre 2022
Venerdì 14 ottobre 2022 si è costituito il coordinamento romano dei sindacati inquilini (Sunia, Sicet, Uniat aps, Unione inquilini, Feder.casa, Sai Cisal). Se pur nelle differenze tra le organizzazioni, sono comuni le valutazioni sulla difficoltà delle famiglie, nell’abitare nella città di Roma. Questo coordinamento ha il compito di affrontare il tema delle tante difficoltà abitative a partire dalla comune volontà di fare una verifica sull’accordo per il canale concordato del febbraio 2019 e giunto alla scadenza, con la volontà di predisporre riflessioni e giudizi su quanto è accaduto in questi tre anni, da sottoporre a breve, sia alle controparti della piccola proprietà a Roma, sia all’Amministrazione Comunale stessa.
Da settimane nelle sedi delle scriventi organizzazioni dell’inquilinato si moltiplicano le richieste di aiuto da parte di molti nuclei famigliari che faticano a pagare affitto, bollette energetiche e spese condominiali. D’altronde i dati economici nazionali di forte impoverimento dei cittadini sono noti. Riguardo i costi dell’abitare, il fenomeno coinvolge oggi anche i nuclei famigliari che risiedono in alloggi di edilizia popolare o residenziale, con redditi modesti e in immobili edificati da diversi decenni, con impianti e tecnologie costruttive fortemente energivore. Parliamo di spese condominiali che, a volte, superano abbondantemente i canoni di affitto.
Da questo quadro emerge un pericolo evidente: è necessario assumere misure urgenti per evitare una crescita esponenziale di morosità, portatrice di conflitti difficilmente sanabili.
Ci corre l’obbligo di evidenziare come, attualmente, un piccolo ma significativo aiuto venga dall’impossibilità di applicare l’aumento ISTAT ai contratti a canone concordato in regime di cedolare secca. Riteniamo quindi indispensabile non solo dare stabilità a questo strumento, ma incentivarne l’utilizzo facendolo diventare una priorità per le istituzioni.
Come primo strumento riteniamo che si debbano individuare dei tavoli di confronto territoriali in grado di coinvolgere istituzioni, ATER, rappresentanti degli inquilini e delle proprietà private e pubbliche, associazioni dei consumatori, amministratori di condominio e aziende fornitrici, per costruire una risposta adeguata in ragione dei redditi delle famiglie.
Vanno poi individuate le risorse necessarie per ridurre sensibilmente l’impatto dei costi energetici, chiamando le aziende fornitrici a non procedere comunque all’interruzione del servizio, favorendo fasce di reddito in sofferenza con bonus di riduzione delle bollette e pagamento dilazionato almeno fino alla prossima primavera.
Contemporaneamente vanno individuati fondi territoriali, regionali e nazionali (a partire da criteri nazionali omogenei) da indirizzare ai Comuni per una loro rapida gestione.